MARINI DI CAVA
Allor che maggio trepida ne l’aria
e vento agreste porta il suo messaggio
in un guizzar più rapido di luce,
l’accidia solitaria
rompendo in fantasia
volgo il cammino dove Amor conduce.
La strada solatia ben riconosco
- qui trillarono i verdi anni lontani ! –
tra respiro di bosco, acacie in fiore
e gentilezza di rosai silvani.
Procedo lenta, chè il cavallo è stanco:
ma lassù è la casa del mio cuore.
O case aperte, su l’aerea via,
dei venti a la tenzone,
campi giocondi di promesse buone,
umile fonte insonne,
che doni sempre senza domandare
chiesetta del villaggio al limitare,
- de l’estasi fanciulla
sorridon forse dolcemente ancora
le tue Madonne ! –
O paese di favole defunte,
solo a l’idillio nato,
anche su te squillava alto la Morte !
Ma intanto balzi, e il pianto a l’occhio spunta,
caro al pensier ne le tue paci assorte.
Fernanda Mandina Lanzalone