Gramsci e il marxismo espansivo di Antonio Santucci
Lunedì 27 Febbraio 2012 - ore 15.30
Università degli Studi Roma 3 -Facoltà di Scienze della Formazione,
Aula 36 (secondo piano)
piazza della Repubblica 10 - Roma
L’incontro Gramsci e il marxismo espansivo di Antonio
Santucci, in occasione della presentazione del libro
Affermare la verità è una necessità politica
(Rubbettino Editore 2011), scritti di Antonio
Santucci (Università di Salerno), è promosso dal
CESME-Centro studi sul marxismo e l’educazione,
afferente al Dipartimento di Studi dei
Processi Formativi, Culturali e Interculturali nella
Società
Contemporanea e in collaborazione
con l’IGS-International Gramsci
Society.
Introduce:
Donatello Santarone, Coordinatore del Cesme,
Università Roma Tre
Intervengono:
Lelio La Porta, Liceo Classico “I. Kant” di
Roma
Mario Alighiero Manacorda, Storico
dell’educazione
Guido Liguori, Presidente Igs Italia, Università
della Calabria
Alberto Burgio, Università di Bologna
Diego Giannone, Curatore del libro, Università di
Salerno
Tra i più brillanti e profondi intellettuali marxisti degli ultimi
trent’anni, Antonio Santucci (1949-2004) è stato con il suo maestro
Valentino Gerratana, come ha scritto Eric J. Hobsbawm, “il massimo
studioso dei testi gramsciani sul piano filologico”. Coniugando
“una solida erudizione in numerosi terreni della storia del
pensiero con un’intelligenza ironica e intransigente e con uno
spirito arguto venato appena da un soffio di malinconia”, egli “fu
anche il maggior interprete di Gramsci”.
Di questa attività e della sua tagliente e asciutta prosa polemica,
presente in tanti articoli giornalistici, dà conto la
raccolta di scritti ("Affermare la verità è una necessità
politica", Scritti di Antonio Santucci, Università di
Salerno - Rubbettino, Soveria Mannelli, Catanzaro 2011) che un
giovane ricercatore dell’ateneo salernitano, Diego Giannone, ha
voluto meritoriamente curare e pubblicare per mettere a
disposizione dei lettori il pensiero di uno studioso scomparso
troppo presto e ancora poco conosciuto (anche a causa di una sua
naturale ritrosia al presenzialismo culturale: il suo lavoro lo
svolse prevalentemente nelle austere stanzette dell’Istituto
Gramsci, dal quale fu cacciato in seguito allo scioglimento del
Partito comunista italiano).
Si tratta di testi scritti dagli anni Ottanta ai primi del Duemila
e comparsi su “l’Unità”, “Rinascita”, “Avvenimenti”, “Liberazione”
e, in prevalenza, su “La Rinascita della sinistra”, che Diego
Novelli e Adalberto Minucci vollero rilanciare alla fine degli anni
Novanta, anche grazie al contributo di idee e proposte di Santucci.
Gli ottanta scritti del volume (che include pure la trascrizione di
quattro puntate radiofoniche andate in onda nel dicembre 1987 su
RadioTre con il titolo "Quattro temi gramsciani") spaziano da
Gramsci a Marx, da Garin a Bobbio, dalle polemiche con Montanelli e
Bettiza alle recensioni di Toland, Diderot, Mariátegui, dalla
critica mordace ai fautori nostrani ed europei della cosiddetta
“terza via” (D’Alema, Blair, Giddens) alla descrizione dell’Italia
di Craxi e Berlusconi, di cui Santucci prende a emblema i libri di
Bruno Vespa o le trasmissioni di Italia 1, fino alle risentite
polemiche contro il revisionismo storico della destra e della
“sinistra”.